La stipsi cronica è un disturbo comune che può compromettere la qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti. I complessi e spesso molteplici meccanismi fisiopatologici coinvolti rendono l’approccio terapeutico non sempre soddisfacente.
La stipsi è un problema che colpisce sia gli adulti che i bambini ed è fino a tre volte più frequente nelle donne.
La sua prevalenza aumenta con l’età soprattutto dopo i 65 anni in relazione a fattori dietetici, riduzione del tono muscolare, scarso esercizio fisico ed uso di farmaci.
Nella maggior parte dei casi la stipsi è primitiva o idiopatica, rappresenta cioè un’entità autonoma che, in assenza di lesioni organiche o biochimiche, è ricollegabile alla patologia cosidetta “funzionale” della motilità delle viscere.
Nella pratica clinica la stipsi idiopatica si distingue nelle forme di stipsi idiopatica cronica semplice, che risponde ai comuni trattamenti medici, e stipsi cronica idiopatica intrattabile, che non risponde ai comuni presidi terapeutici di tipo medico ed è suscettibile di approccio chirurgico. Quest’ultima, tuttavia, rappresenta meno dell’1% di tutte le stipsi idiopatiche.
CRITERI DIAGNOSTICI
Per stipsi funzionale si intende la presenza di almeno due dei disturbi elencati sussistenti da almeno tre mesi:
• Due o meno evacuazioni settimanali;
• Necessità di forzare la defecazione in almeno il 25% delle evacuazioni;
• Sensazione di evacuazione incompleta in almeno il 25% delle evacuazioni;
• Meno di tre movimenti intestinali settimanali.
VALUTAZIONE DEI PAZIENTI CON STIPSI CRONICA
Imparare a distinguere i vari tipi di stipsi (stipsi con disturbi lievi senza IBS, Irritable Bowel Syndrome, Sindrome dell’Intestino Irritabile, stipsi con disturbi severi con IBS) è fondamentale per poter dare al paziente i consigli giusti su alimentazione e stile di vita modificando le abitudini errate e prevedendo un trattamento in grado di migliorare tutti i sintomi collegati.
TRATTAMENTO
L’approccio terapeutico al paziente con stipsi cronica deve essere sempre preceduto dalla stratificazione dei pazienti in base alla severità dei sintomi e alla compromissione della qualità di vita.
La terapia medica si basa sull’utilizzo di un approccio dietetico comportamentale, sull’attività fisica regolare, su un apporto adeguato di liquidi o fibre vegetali. È frequente l’utilizzo di lassativi stimolanti, osmotici o di farmaci pro-secretori intestinali, Enterocinetici o Inibitori del riassorbimento degli acidi biliari.
Per tali terapie mediche e categorie di farmaci, considerando le controindicazioni che possono derivare, è consigliabile sentire sempre il parere di un medico specialista gastroenterologo o proctologo.
Per le donne che più frequentemente soffrono di stipsi, è di fondamentale importanza, per favorire la soluzione del problema e per limitare la sintomatologia fastidiosa e frequente come gonfiore gastrico, dolore, flatulenza, e crescita esponenziale di batteri putrefattivi, orientarsi verso un programma di rieducazione e riattivazione dell’alvo attraverso approcci di elevata sicurezza ed efficacia.
Il trattamento della stipsi si concretizza con un iniziale approccio dietetico-comportamentale (modificazioni dello stile di vita ed abitudini alimentari), in particolare nei casi più lievi. Normalmente un programma dietoterapeutico utile per regolarizzare le funzioni intestinali, alleviare i disturbi funzionali e la stipsi, può essere basato sull’integrazione di formule contenenti fibre solubili a bassa viscosità come Guar PHGG, E con una adeguata integrazione di lattobacilli specifici come il paracasei subsp. paracasei F19, Inulina, Lattulosio, Mannite, Fruttoligosaccaridi e Glucoligosaccaridi (FOS/GOS).
Potete approfondire la conoscenza verso l’approccio elettivo che riattiva e rieduca l’alvo nella stipsi cronica funzionale?
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